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L’ABC di una ristrutturazione coerente

Parlando con nostri clienti ci rendiamo spesso conto che i non addette ai lavori tendono a pensare che la ristrutturazione proceda per compartimenti stagni, della serie: prima si disegna la “scatola”, poi la si costruisce e solo dopo si comincia a scegliere i vari pezzi da aggiungere, come se si trattasse di una casa delle bambole (il materiale isolante, gli infissi, i mobili…). 

E un tempo, in effetti, era davvero così.
Tuttavia, col progredire delle conoscenze e delle tecnologie, si è compreso che per ottenere un immobile funzionale, duraturo, efficiente e anche bello esteticamente occorre partire da una progettazione a 360°, che tenga conto di ogni aspetto, dalle pareti al tavolo della cucina.

Un metodo dalle origini antiche

 

Il moderno metodo di progettazione che anche noi di Rextaura utilizziamo ha origini antiche e si basa sui principi di uno dei padri dell’architettura, il latino Marco Vitruvio Pollione. Secondo Vitruvio, l’architettura è un insieme di tre fattori: firmitas (stabilità), utilitas (utilità), venustas (bellezza). Tradotto in termini pratici, una costruzione ben fatta deve avere qualità strutturali, funzionali ed estetiche.
Perché ciò sia possibile non si può procedere in ordine sparso come si faceva fino alla fine degli anni Ottanta, quando, per esempio, prima si costruiva l’involucro vuoto della casa e poi ci recava in un negozio di mobili per farsi scegliere l’arredamento da un venditore che nemmeno conosceva le caratteristiche dell’immobile, né tantomeno la disposizione di dettagli chiave come le prese e le finestre. Un risultato coerente e personalizzato si ottiene solo se un gruppo di professionisti, ciascuno con la propria specializzazione, lavora in sinergia fin dal primo momento.
Questo dream team si compone di: architetto, termotecnico, geologo, impiantista, progettista acustico, illuminotecnico e interior designer.

La sicurezza parte dalle basi

 

Pensare di ristrutturare l’interno o l’esterno di un immobile semplicemente per avere una casa più o bella o funzionale, senza tenere conto dello stato di salute della sua struttura, sarebbe un po’ come pensare di curare una malattia truccandosi per cancellare il pallore che questa ci causa.

Per evitare brutte sorprese in futuro è sempre bene, nelle fasi preliminari di una ristrutturazione, fare una valutazione dello stato di salute della struttura e delle sue fondamenta, per poter intervenire con appositi interventi di irrigidimento e di messa insicurezza laddove necessario.

Meglio prevenire che curare

 

Scegliendo gli arredi a lavori di ristrutturazione finiti, come usava fare una volta e come tanti clienti ancora provano a fare in autonomia, il rischio è quello di ritrovarsi con ambienti dalle dimensioni particolari, cui le composizioni standard dei mobilifici non si adattano. A questo punto, si è costretti a ricorrere a soluzioni su misura, che spesso – credeteci – risultano più costose rispetto a un intervento di natura edilizia.

È molto più conveniente, per esempio, dare un diverso spessore a una parete in fase di ristrutturazione piuttosto che richiedere un’armadiatura su misura a un falegname.

A volte è più semplice di quello che sembra

 

Discorso analogo a quello sopra può essere fatto anche per la questione isolamento. Uno degli interventi ora più in voga è quello del cappotto e si tratta senza dubbio di una valida risorsa per ridurre la dispersione di calore.

Tuttavia, è anche un intervento complesso e costoso, che il termotecnico, se coinvolto fin da subito in un progetto di ristrutturazione, potrebbe anche decidere di sostituire con la più semplice ed economica soluzione delle contropareti interne.

Il silenzio è d’oro

 

Si può vivere in una zona rumorosa eppure godere di un po’ di sano silenzio per i propri momenti di relax? La risposta è sì

Una valutazione preliminare da parte di un progettista acustico può convogliare i lavori di ristrutturazione verso una serie di interventi che sapranno silenziare rumori molesti derivanti, per esempio, da strade, ferrovie e centri cittadini.

E la luce fu (si, ma quella giusta)

 

Per decenni la luce è stata considerata un elemento secondario, se non terziario, nell’architettura. Le case vecchie sono accomunate dalla classica illuminazione standard in centro stanza, spesso incapace sia di fornire il giusto apporto di luce sia di valorizzare l’ambiente, oltre a essere – diciamocelo – decisamente monotona.
Ebbene, oggi proprio l’illuminotecnico è una figura chiave nel team di ristrutturazione, poiché permette di integrare l’illuminazione nel progetto, scegliendo le soluzioni più adatte a combinarsi col lavoro dei suoi colleghi. Questo fa sì che possiate godere al massimo della vostra casa sia in termini estetici, con ogni linea del mobilio e ogni angolo del giardino che vengono valorizzati, sia in termini di utilità, per evitare di dover strizzare gli occhi mentre vi fate belli in bagno o affettate le verdure in cucina.

Il verde è il nuovo nero.

 

 

Un altro elemento precedentemente bistrattato è il verde, quando in realtà è fondamentale includerlo nella progettazione, sia che si tratti di un semplice angolo verde su un balcone o una terrazza, sia che si tratti di un vero e proprio giardino.

Se fatto dialogare correttamente con l’immobile, infatti, il verde offre numerosi vantaggi: difende la privacy, fa arredamento (innalzando anche il valore dell’immobile), fa ombra (una vera manna d’estate) e aiuta a pulire l’aria (l’abbiamo studiata tutti la fotosintesi a scuola, no?).